Oh where are you now pussy willow that smiled on this leaf? When I was alone you promised the stone from your heart my head kissed the ground I was half the way down, treading the sand please, please, lift a hand I'm only a person whose arm bands beats on his hands, hang tall won't you miss me? Wouldn't you miss me at all?
The poppy birds way swing twigs coffee brands around, brandish her wand with a feathery tongue my head kissed the ground I was half the way down, treading the sand please, please, please lift the hand I'm only a person with Eskimo chain I tattooed my brain all the way... Won't you miss me? Wouldn't you miss me at all?
Ecco spuntare da un mondo lontano l'ultimo mostro peloso e gigante l'unico esempio rimasto di mostro a sei zampe
Quanto mi piace vederlo passare, cosa farei per poterlo toccare io cosa farei...
Dicono che sia capace di uccidere un uomo non per difendersi, solo perché non è buono
Dicono loro che sono scienziati affermati classe di uomini scelti e di gente sicura Ma l'unica cosa evidente è che il mostro ha paura il mostro ha paura...
E' alla ricerca di un posto lontano dal male certo una grotta in un bosco sarebbe ideale ma l'unico posto tranquillo è quel vecchio cortile l'unico spazio che c'è per un grande animale
Dicono "Siamo in diretta..." lo scoop è servito "...questa è la tana del mostro, l'abbiamo seguito" Dicono loro che sono cronisti d'assalto classe di uomini scelti di gente sicura Ma l'unica cosa evidente l'unica cosa evidente è che il mostro ha paura il mostro ha paura...
Basta passare la voce che il mostro è cattivo poi aspettare un minuto e un esercito arriva bombe e fucili ci siamo, l'attacco è totale gruppi speciali circondano il vecchio cortile
Dicono che sono pronti a sparare sul mostro "Lo prenderemo sia vivo che morto sul posto !" Dicono loro che sono soldati d'azione classe di uomini scelti e di gente sicura ma l'unica cosa evidente è che il mostro ha paura il mostro ha paura...
Vorrebbe farsi un letargo e prova a chiudere gli occhi ma lui sa che il letargo viene solo d'inverno riapre gli occhi sul mondo, questo mondo di mostri che hanno solo due zampe ma sono molto più mostri
Gli resta solo una cosa chiamare il suo mondo lontano lo fa con tutto il suo fiato, ma sempre più piano... Vorrei poterlo salvare, portarlo via con un treno lasciarlo dopo la pioggia, là sotto l'arcobaleno...
Non so che viso avesse, neppure come si chiamava, con che voce parlasse, con quale voce poi cantava, quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli, ma nella fantasia ho l'immagine sua: gli eroi son tutti giovani e belli, gli eroi son tutti giovani e belli, gli eroi son tutti giovani e belli...
Conosco invece l'epoca dei fatti, qual' era il suo mestiere: i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere, i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti sembrava il treno anch'esso un mito di progresso lanciato sopra i continenti, lanciato sopra i continenti, lanciato sopra i continenti...
E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano: ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite, sembrava avesse dentro un potere tremendo, la stessa forza della dinamite, la stessa forza della dinamite, la stessa forza della dinamite..
Ma un' altra grande forza spiegava allora le sue ali, parole che dicevano "gli uomini son tutti uguali" e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via la bomba proletaria e illuminava l' aria la fiaccola dell'anarchia, la fiaccola dell'anarchia, la fiaccola dell'anarchia...
Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione, un treno di lusso, lontana destinazione: vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori, pensava al magro giorno della sua gente attorno, pensava un treno pieno di signori, pensava un treno pieno di signori, pensava un treno pieno di signori...
Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione, forse una rabbia antica, generazioni senza nome che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore: dimenticò pietà, scordò la sua bontà, la bomba sua la macchina a vapore, la bomba sua la macchina a vapore, la bomba sua la macchina a vapore...
E sul binario stava la locomotiva, la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva, sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno mordesse la rotaia con muscoli d'acciaio, con forza cieca di baleno, con forza cieca di baleno, con forza cieca di baleno...
E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto. Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura e prima di pensare a quel che stava a fare, il mostro divorava la pianura, il mostro divorava la pianura, il mostro divorava la pianura...
Correva l'altro treno ignaro e quasi senza fretta, nessuno immaginava di andare verso la vendetta, ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno: "notizia di emergenza, agite con urgenza, un pazzo si è lanciato contro al treno, un pazzo si è lanciato contro al treno, un pazzo si è lanciato contro al treno..."
Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria: "Fratello, non temere, che corro al mio dovere! Trionfi la giustizia proletaria! Trionfi la giustizia proletaria! Trionfi la giustizia proletaria!"
E intanto corre corre corre sempre più forte e corre corre corre corre verso la morte e niente ormai può trattenere l'immensa forza distruttrice, aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto della grande consolatrice, della grande consolatrice, della grande consolatrice...
La storia ci racconta come finì la corsa la macchina deviata lungo una linea morta... con l'ultimo suo grido d'animale la macchina eruttò lapilli e lava, esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo: lo raccolsero che ancora respirava, lo raccolsero che ancora respirava, lo raccolsero che ancora respirava...
Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore mentre fa correr via la macchina a vapore e che ci giunga un giorno ancora la notizia di una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l'ingiustizia, lanciata a bomba contro l'ingiustizia, lanciata a bomba contro l'ingiustizia
Is è mo laoch, mo ghile mear Is è mo Shaesar ghile mear Ni fhuras fein aon tsuan as sean o chuaigh i gcein mo ghile mear
Addio, addio e un bicchiere levato al cielo d'Irlanda e alle nuvole gonfie. Un nodo alla gola ed un ultimo sguardo alla vecchia Anna Liffey e alle strade del porto. Un sorso di birra per le verdi brughiere e un altro ai mocciosi coperti di fango, e un brindisi anche agli gnomi a alle fate, ai folletti che corrono sulle tue strade.
Hai i fianchi robusti di una vecchia signora e i modi un po' rudi della gente di mare, ti trascini tra fango, sudore e risate e la puzza di alcool nelle notti d'estate. Un vecchio compagno ti segue paziente, il mare si sdraia fedele ai tuoi piedi, ti culla leggero nelle sere d'inverno, ti riporta le voci degli amanti di ieri.
E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta, il vento dell'ovest rideva gentile e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti mi hai preso per mano portandomi via.
Hai occhi di ghiaccio ed un cuore di terra, hai il passo pesante di un vecchio ubriacone, ti chiudi a sognare nelle notti d'inverno e ti copri di rosso e fiorisci d'estate. I tuoi esuli parlano lingue straniere, si addormentano soli sognando i tuoi cieli, si ritrovano persi in paesi lontani a cantare una terra di profughi e santi.
E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta, il vento dell'ovest rideva gentile e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti mi hai preso per mano portandomi via.
E in un giorno di pioggia ti rivedrò ancora e potrò consolare i tuoi occhi bagnati. In un giorno di pioggia saremo vicini, balleremo leggeri sull'aria di un Reel.